Fast fashion e moda sostenibile

Fast fashion e moda circolare: quale impatto sull’ambiente?
Negli ultimi anni l’attenzione all’ambiente e alla sostenibilità ha registrato una continua crescita e questo trend ha investito senza alcun dubbio anche l’industria del fashion. Orientarsi verso modelli di consumo più consapevoli, infatti, è l’impegno cui ognuno di noi è chiamato al giorno d’oggi anche in fatto di moda: purtroppo però, tra il frenetico susseguirsi di nuove mode e la grande quantità di acquisti che si effettuano ogni anno, specialmente in periodo di saldi, duole a dirsi ma spesso ci si dimentica delle conseguenze ambientali legate all’industria del fast fashion e a un comportamento eccessivamente consumistico.

Ma cosa si intende per fast fashion?
Il significato letterale è “moda veloce”, con questo termine, infatti, intendiamo tutte le aziende di abbigliamento che propongono nuove tendenze a ciclo continuo, mantenendo un basso prezzo di vendita e registrando cifre di vendita davvero da capogiro!

I danni all’ambiente
Quella dell’abbigliamento è attualmente una delle industrie con il maggiore impatto sul pianeta, sia in termini di inquinamento che di produzione di scarti di materiali destinati alla discarica o all’inceneritore. Qualche numero? Si stima che nel 2022 oltre 1.92 milioni di tonnellate di rifiuti tossici siano riconducibili a scarti e materiali tessili e che il 20% dell’inquinamento delle acque derivi dai processi di tintura e dalla lavorazione dei tessuti. Ma non è finita qui! La situazione non sembra migliorare, anzi, a quanto dicono gli esperti le emissioni dell’industria del fashion aumenteranno del 50% entro il 2030.

La moda circolare
Il primo passo per dare una mano all’ambiente ed evitare di contribuire all’inquinamento del settore è quello di agire responsabilmente.
Vestire sostenibile significa scegliere capi d’abbigliamento e accessori che abbiano un impatto minimo sull’ambiente: gli abiti realizzati con materiali riciclati o coltivati biologicamente sono i migliori alleati nella lotta contro le conseguenze del fast fashion e permettono di non danneggiare l’ambiente, salvaguardando le risorse naturali.
Nella moda circolare, infatti, il riciclo dei tessuti è un tassello davvero fondamentale per ridurre l’impatto ambientale dell’industria tessile. Sfatiamo un mito: un capo di abbigliamento realizzato con tessuti riciclati non corrisponde ad un capo di bassa qualità, ma anzi risulta di qualità pari ad un capo realizzato con tessuti vergini.

Attualmente, il modello di economia circolare rappresenta un punto di approdo essenziale per contrastare l’inquinamento e il cambiamento climatico, nell’industria del fashion, così come in tutti i settori produttivi; lo sappiamo bene noi di Lucart Professional che con il progetto EcoNatural dal 2012 diamo nuova vita ai cartoni per bevande.

Oggi più che mai, infatti, le aziende che desiderino nuotare contro corrente per rendere la filiera produttiva più sostenibile, oltre che avvicinarsi al concetto di moda circolare, dovrebbero urgentemente:

  • spingere le loro produzioni verso capi di abbigliamento ecosostenibili che riescano a durare a lungo, abbattendo gli sprechi
  • ricorrere a fonti di energia rinnovabili, aiutando l’ambiente e controllando le emissioni di gas nocivi e inquinanti
  • cercare di ridurre al minimo gli imballaggi e i packaging in plastica. Soprattutto quest’ultimo punto, però, vale per qualsiasi tipo di industria che voglia salvaguardare il Pianeta. Noi di Lucart Professional, ad esempio, ci impegniamo a ridurre l'mpatto del packaging dei nostri prodotti sull’ambiente, privilegiando i confezionamenti in carta o plastica riciclata e abbracciando il modello di economia circolare.

In conclusione, possiamo dire che per le aziende è necessario un reale ripensamento delle priorità nella produzione dei prodotti, per garantire una maggior tutela dell’ambiente e delle risorse umane, e al contempo i consumatori dovrebbero prediligere un comportamento sempre più amico dell’ambiente. Come? scegliendo la moda circolare e partendo dal presupposto che ogni singolo individuo può e deve fare la differenza.